Hair and Dark

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The Smiths

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Settembre 1984, primo giorno del Liceo, entro in classe, mi guardo intorno e cerco di osservare i miei compagni di classe. Siamo tanti ma soprattutto siamo tutti diversi e c’è una cosa che non dimenticherò mai, il mio stupore e la mia curiosità di fronte a quattro ragazze e due ragazzi. Pelle chiarissima, quasi candida, trucco scuro e vestiti larghi detti spolverini, i loro capelli e il loro profumo. Capelli cotonati e gonfi in completa armonia con il trucco di un gusto unico e con una opacità nella testa piena di lacche, spuma e uova. Un taglio corto ma lungo, lungo ma cortissimo e delle frange sul viso che più lunghe dei capelli.

Erano i miei amici “DARK“.

Non si conoscevano tra loro prima, ma appena entrati in classe erano uniti nel loro stile, nel loro look, nella loro musica e nel vedere la vita con riservatezza. Uno sguardo apparentemente cupo e introverso che semplicemente, ma questo l’ho capito nel tempo, aveva bisogno di essere uno sguardo sul mondo profondo, intenso e inevitabilmente Dark. Tanto introversi da amare l’apparire e la necessità di identificarsi con un gusto, un look, un taglio di capelli ed una musica, che accarezzavano la loro voglia di essere esattamente così com’erano.

Ero affascinato e curioso ogni giorno di vedere i loro cambi di look, le loro camice larghissime e il loro trucco che portavano con una disinvoltura incredibilmente elegante e bella.

Io vestivo normale e ascoltavo musica pop e rock anni ‘70. Loro erano moderni, erano attuali, avevano una fantasia estrema, usavano qualunque cosa per tenere i capelli cotonati fermi e secchi, mettevano rossetti dai colori bizzarri e avevano sempre tante croci ovunque e un libro che leggevano nei minuti di pausa. Grazie a loro ho conosciuto la musica che ha segnato un mondo bellissimo e misterioso di quegli anni.

Robert Smith

Per me, The Cure, Bauhaus, Joy Division e Smiths erano i gruppi musicali che più incarnavano i miei amici.

A Roma esistevano piazze dove si radunavano e locali come il PIPER e il BLACK OUT, dove prendevano vita serate solo per dark. Non ballavano, si ciondolavano. Si accarezzavano come a volersi scrollare di dosso qualcosa e le teste erano spesso rivolte verso il basso. Apparentemente un atteggiamento cupo, che però rappresentava persone simpaticissime e io non smetterò mai di ringraziare quei compagni di liceo per avermi fatto sentire così europeo. Mi sentivo oltre e grazie a loro ho visto e vissuto concerti mai sognati.

The Cure

THE CURE “Pornography” 1982

Album profondo ed estremo, come estrema è la vita di Robert Smith. Un uomo combattuto tra droghe e tendenze suicide che arrivavano amplificate nei suoni di un loop di basso e voce, con assoli di chitarra a tratti fastidiosi ed estremamente dark. The Cure nascono nel 1976, anche loro in quella isola maledetta chiamata Inghilterra. Dopo vari cambi nei componenti della band, i The Cure cominciano a conquistare la loro riconoscibilità nei primissimi anni ‘80.

Nel 1982 registrano e pubblicano Pornography, un album pieno di rabbia e disperazione. Un’opera musicale molto molto cupa. Veramente DARK.

In questo periodo è come se il sound e il look cominciassero a creare un’unica linea continua, come se il basso incalzante e cupo disegnasse il trucco scuro dei loro occhi e creasse queste teste cotonate e statiche. Ad osservarle bene, la distinzione dalle teste Punk che si vedevano in quel periodo, è netta. L’opacità del suono era direttamente proporzionale alla cupezza dei capelli che non dovevano avere colore, non dovevano essere lucenti e luminosi. Provate ad ascoltare questo album a occhi chiusi e immaginate dei capelli biondi e leggeri che accarezzano il vostro collo e le vostre spalle, con la morbidezza soffice di una piuma. Ci riuscite? Io credo di no e anzi potrei aggiungere che sia impossibile. Quello che per me è una conseguenza naturale, ovvero l’armonia tra look e capacità espressiva, rafforza sempre di più quella reale fusione che è sempre esistita ed esisterà sempre.

Music and Hair, con un album come Pornography, sono un’estremizzazione del suono cupo e di capelli immobili e senza morbidezza di forme, sono la staticità di capelli che odorano di lacca e che vogliono esprimere la visione della morte, della vita e della fede con pessimismo. Un linguaggio senza colori e con il nero sempre presente nell’identificazione del suono, delle parole e del look.

The Smitsh

THE SMITHS “ Please please please” 1984

Secondo me esistono canzoni che non basta mai ascoltarle una sola volta.

Please please please degli Smiths è una di quelle e non ho mai capito perché come traccia duri solo 1.52, tant’ che l’emozione che mi provoca è talmente forte da non riuscire mai ad ascoltarla solo una volta. Appena finisce la riascolto, sempre. Credo la cosa più bella della musica sia la pelle d’oca che alcune tracce ti disegnano sul corpo. Ci sono brani belli, brani pazzeschi, brani stupefacenti, brani unici e brani che ti suonano immediatamente come se fossero tuoi da sempre.

Poi ci sono brani che ti emozionano e la cosa più bella è lasciare che la pelle d’oca ti accarezzi e ti faccia cantare come fossi lì sul palco, con quel ciuffo sempre perfetto e con un taglio di capelli sempre uguale nel tempo, sempre sfumato sui lati e con la parte davanti quasi rock and roll. Un quasi rock and roll che nel tempo ha identificato migliaia di giovani e di Barber shop che facevano solo tagli in stile Morrissey.

Nel maggio del 1983 i The Smiths pubblicano il loro primo album con la ROUGH TRADE, un’etichetta che vi consiglio di approfondire nell’attuale mondo artistico musicale veramente indipendente. Pe molti gli Smiths non appartengono al mondo musicale dark, per me sono semplicemente l’evoluzione del Dark e la graffiante emozione del loro dark, che si fonde con il rock and roll e sprigiona suoni che inspirano il Britpop e l’indie rock di ieri e di oggi, è quella sensazione che quando entrai in classe nel 1984 mi fecero scoprire i miei amici dark. La cosa più bella era la purezza di quei capelli secchi e di quel sound cupo, ma espanso, accompagnato a una moda forte e nuova.

Morrissey

Gli sguardi e le espressioni erano dark e senza rendersene conto, Morrissey e i The Smiths in quel periodo hanno coinvolto centinaia di migliaia di giovani alla ricerca del taglio di capelli, del trucco e del look che sapesse esprimere la loro musica e la loro rabbia più profonda. Un’emergenza espressiva tipica di ogni tempo, che in quegli anni significava voler dimostrare d’essere diversi e capaci di una profondità intrigante. Se foste stati in classe con dei compagni e delle amiche così, fidatevi, sareste rimasti affascinati da cosa volevano esprimere, ma soprattutto dalla leggerezza e da quella simpatia nascosta che sapeva sempre di autentico.

Grazie amici dark…

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The Smiths